Prima puntata:
"Ecco!"
Paolo: “Ecco il mio camice!" Stamattina sono arrivato prima del solito… Ho iniziato la giornata con calma questa volta e mentre percorrevo la strada che da casa mi porta in ospedale pensavo al percorso che mi ha portato qui… ai miei genitori, ai miei studi, alle persone incontrate fino ad ora. Pensavo alla responsabilità di ogni giorno verso la salute mia e dei miei pazienti…
Questo pensiero mi rende fiero di solito, a volte invece ne sento la pressione…
Eccomi arrivo. C’è tanta gente che aspetta di essere visitata. Arrivo. Ci sono i miei colleghi: qualcuno è mio compagno di viaggio da tanto… qualcun altro da poco. Qualcuno in reparto ha sicuramente già iniziato ad accogliere i pazienti.
Li incontrerò piano piano, una persona per volta…
Tante persone le conosco già altre le vedo per la prima volta…
Le cartelle, i vetrini, gli esami mi danno un’idea che si forma a partire dai miei studi e mi presenta chi incontrerò…
Poi ci saranno gli occhi, i volti, la corporatura, i movimenti, il respiro…
Sceglierò il da farsi in base alla mia esperienza e a quella dei miei colleghi, alle linee guida nazionali e internazionali.
Ma in fondo so bene che quando incontro le persone, quando per la prima volta incontro una persona, è sempre un’esperienza molto importante per me, per la mia storia e per la mia professione.
A volte sono sereno, come stamattina, a volte sono teso, a volte sono preoccupato…
A volte riesco a meditare sulle parole che uso, a volte vado di fretta…a volte sono toccato da chi incontro a volte me ne sto distante. Provo a fare del mio meglio
Ecco TUTTO è pronto… ora mi presenterò e… PREGO! AVANTI
Giacomo: “Ecco gli esami!”“Ecco gli esami!”. Li ho in mano, ho portato tutto? L’impegnativa è qui, il foglio delle firme è qua. Sono a digiuno ma non importa… stamattina mi sono alzato presto…: temevo di arrivare in ritardo. Stanotte ho dormito male… è da ieri che sono un po’ agitato.
Mia moglie dorme accanto a me… Anche lei ha chiesto un giorno di permesso per domani. Sono contento che riposi. Vorrei parlarle. Non voglio che stia in pensiero. Anzi mi farò vedere rilassato perché stia tranquilla… devo dormire devo dormire… niente.
Il mio medico di famiglia mi ha mandato qui. Non so chi incontrerò… cosa mi chiederanno? Saprò rispondere? Faranno stare mia moglie con me? Potrò chiedere qualcosa? Il medico sarà gentile? Avrà tante di quelle cose da fare! Guarda come corrono… che ore sono? Potrò chiedergli qualcosa? Mi darà il foglio per il lavoro? Dovrò chiedere a lui o a qualcun’altro? Scusi … devo consegnare questo…Mi sento un po’…. Come mi sento…? Me lo chiedo da un po’… ecco tocca a me…Ora mi presenterò e … PREGO! AVANTI!
Mia moglie dorme accanto a me… Anche lei ha chiesto un giorno di permesso per domani. Sono contento che riposi. Vorrei parlarle. Non voglio che stia in pensiero. Anzi mi farò vedere rilassato perché stia tranquilla… devo dormire devo dormire… niente.
Il mio medico di famiglia mi ha mandato qui. Non so chi incontrerò… cosa mi chiederanno? Saprò rispondere? Faranno stare mia moglie con me? Potrò chiedere qualcosa? Il medico sarà gentile? Avrà tante di quelle cose da fare! Guarda come corrono… che ore sono? Potrò chiedergli qualcosa? Mi darà il foglio per il lavoro? Dovrò chiedere a lui o a qualcun’altro? Scusi … devo consegnare questo…Mi sento un po’…. Come mi sento…? Me lo chiedo da un po’… ecco tocca a me…Ora mi presenterò e … PREGO! AVANTI!
Seconda puntata
"Oggi ho saputo che"- In tre parti
I parte: il medico "Oggi ho saputo che"
Ecco, oggi il quadro è completo. Oggi è possibile iniziare con la terapia, prima però dovrò parlare al signor Giacomo della diagnosi.
Per avviare il protocollo ho da prendere il modulo del consenso informato. E’ importante che lui sappia, si ritiene che così aderisca meglio al piano terapeutico. Almeno questa è l’indicazione generale…
É suo diritto sapere. É un dovere per me informarlo.
É suo diritto, anche, essere informato in un modo tale che gli permetta di vivere al meglio il percorso di cura.
É un dovere per me informarlo gradualmente rispettando i suoi tempi di elaborazione per agevolare il rapporto con la terapia: i farmaci, i controlli frequenti…
Io e il signor Giacomo ci siamo incontrati alcune volte in queste settimane per valutare il suo stato di salute. Avevo un sospetto e ho indagato per verificare se fosse fondato. Ho cercato di tenere aperte le ipotesi con lui e tra me e me, in modo da parlare poi più chiaramente con la proposta di terapia in mano.
In questo modo mi sento più efficace e ho più strumenti di rassicurazione durante il colloquio.
Certo, ogni volta devo fare un bel paio di respiri.
A volte provo a sentire come sarebbe per me stare dall’altra parte e diventa troppo faticoso gestire le emozioni che arrivano una dopo l’altra o tutte insieme. A volte invece ho coscienza di avere una persona davanti, con la sua storia, diversa dalla mia e che quella persona ha il suo proprio modo di stare, di domandare o di stare in silenzio, di avvicinarsi e di allontanarsi.
A volte la coscienza di questa differenza aiuta, altre volte è di ostacolo… non so perché…
Ma quante storie… di’ la tua scoperta e la tua soluzione e finiscila qui. Durerà un attimo, non te ne accorgerai nemmeno e poi arriverà il prossimo e poi tornerai a casa…
No, aspetta… sono un medico… lavoro con la mia persona, con le mie mani, con i miei occhi, con la mia memoria, con la mia passione, lavoro con le persone, non solo con il loro corpo… sono una persona in equilibrio dinamico tra malessere e benessere… e incontrare le persone e sostenerle nella loro ricerca di un equilibrio dinamico tra benessere e malessere è il lavoro che ho scelto di fare quando ero un ragazzo e qualcuno, appassionandomi, ha sostenuto me in questa ricerca.
Userò uno dei modelli di comunicazione che ho imparato… mi aiuterà con le mie emozioni e a non confonderle con quelle della persona che ho davanti stamattina, il signor Giacomo, e che mi aspetta già.
Ecco:
a) scelgo lo spazio migliore a disposizione per poter ascoltare
b) cerco di capire cosa sa il paziente, che idea si è fatto del suo stato di salute
c) indago il bisogno del paziente di essere maggiormente informato e in base a questo metto a disposizione le informazioni
d) accetto e incoraggio l’espressione e la verbalizzazione delle emozioni
e) do spazio alle domande
f) chiedo al paziente di riassumere quanto condiviso
So che la comunicazione è un processo e quindi che dovrò ritornare sull’argomento più volte in seguito. La presenza di un familiare, se il paziente la vuole, gli servirà a condividere poi le informazioni e completare i pezzi non colti sul momento.
Ecco, ci siamo, AVANTI!
II parte: l’infermiere "oggi ho saputo che"
Oggi è arrivato il signor Giacomo. É da un po’ che ci vediamo per i prelievi e gli esami diagnostici di routine.
Non so nulla di cosa oggi il medico gli dirà. Sono un po’ preoccupata… abbiamo parlato tante volte.
É molto gentile, ha due bambini dell’età dei miei nipotini. Spero che vada tutto bene.
Forse lo rincontrerò per la terapia… molto probabilmente mi chiederà di avere delle delucidazioni su quanto gli ha detto il medico. Spero di avere in tempo qualche notizia per poter svolgere al meglio il mio ruolo che mi impegna ad avere una relazione interpersonale terapeutica con il paziente.
A volte dal colloquio con il medico i pazienti ricavano pochissime notizie e anche confuse. So che è naturale. Soprattutto alla comunicazione della diagnosi. E’ allora che noi infermiere risultiamo più accessibili per il procedere dell’elaborazione delle informazioni e dell’esperienza in corso…
Gli scambi con noi sono più frequenti: l’appuntamento telefonico, il prelievo, la chiamata alla visita, la somministrazione della terapia, la medicazione, l’aggiunta di un farmaco, la dimissione… Si entra e si esce dalla stanza e ad ogni contatto può emergere una domanda, un dubbio… o può venire fuori un racconto, una confidenza…
A volte tornando a casa non posso non pensare alle persone che ho incontrato e che rivedrò a breve e spesso per lunghi periodi.
III parte: il paziente "oggi ho saputo che"
Ecco ci siamo. Sono qui con mia moglie anche stamattina. Questa sala mi sta diventando familiare. Gli esami da fare li ho fatti. Oggi dovrò incontrare il medico. Non so se lei potrà entrare. Non so se voglio che entri. Non so se capirò bene… se potrò chiedere, fare domande… hanno sempre tanto da fare… ci sono tante persone intorno a me. Qualcuno è già stato chiamato alla visita, qualcuno attende di essere chiamato per i prelievi. Mi pare anche che molte di queste persone in attesa siano amici e familiari….
Ho preso il giornale per far passare questo tempo. Mia moglie nel mentre cerca su internet qualche articolo utile per la ricerca di storia di nostra figlia. Questo tempo senza sapere, fatto di analisi e ipotesi è stato molto faticoso. Ho dormito poco. Mi sono sentito in allerta. Spesso non ho riposato bene. Oggi saprò cosa mi sta accadendo e come dovrò curarmi. Mi sento un pò confuso. Come se avessi perso la sicurezza… la conoscenza del mio corpo. Sarà che ho dovuto sospendere le mie abitudini e concentrarmi sulla mia salute. Cosa che ho fatto raramente fino ad ora. La mia salute è stata lì presente senza che ci facessi tanto caso.
Stiamo uscendo da un periodo difficile. Abbiamo curato i nostri genitori e una nostra parente a cui eravamo molto affezionati e anche lei è venuta a mancare. Ma ci stiamo riprendendo piano piano. Siamo abbastanza sereni e in questo periodo siamo stati più vicini e io e mia moglie abbiamo parlato tra di noi, come non accadeva da tempo presi dagli impegni di tutti i giorni. Sì forse sarebbe meglio che entrasse anche lei. Se è possibile chiederò che entri.
Avanti signor Giacomo! La guardo mia moglie, ci alziamo, entriamo.