Fermarsi per vedere dove si sta andando, per ricordarci chi siamo in questo viaggio che continuamente ci fa cambiare, come in una danza in cui ogni passo ci avvicina o ci allontana dalle nostre parti più essenziali.

sabato 18 giugno 2016

Psiconcologia e approccio sistemico-relazionale

Fermarsi per capire chi siamo…



Prima dell’incontro 

Martina: Domani ci sarà il gruppo con gli operatori, la psicologa ci farà sedere tutti intorno per parlare di un caso del reparto o di un argomento che necessita di essere approfondito. “Approfondito”, questa parola mi dà un senso di pesantezza allo stomaco. Stare lì, davanti a tutti, a parlare di me in una situazione così critica, non vedo a cosa possa servire! Con tutte le cose che abbiamo da fare poi! Non so se parteciperò, sento un po’ le altre…
Ciao Paola, ti sei iscritta al gruppo di domani?

Paola: Si mi sono iscritta, è importante partecipare a questi incontri, una chiacchierata fa sempre bene! 

Martina: Beh si ma con tutto quello che c’è da fare…e Cristina, tu parteciperai?

Cristina: Certo che sì, ne ho proprio bisogno, è due settimane che aspetto di parlare con la psicologa! Fosse per me ci andrei ogni giorno! Spero che partecipino tutti perché queste sono occasioni importanti di confronto. Ogni volta succedono le cose e facciamo finta di niente per poi ritrovarci sempre nella stessa situazione…c’è bisogno di fare un po’ il punto!

Martina: Sì può essere utile, anche se poi con i pazienti cambierà poco… 

Psicologo: oggi ci sarà l’incontro con il gruppo di operatori, sono molto emozionato, chissà in quanti parteciperanno e quali emozioni forti oggi caratterizzeranno il gruppo. Spero di riuscire ad accoglierle e far sì che i partecipanti possano elaborarle, condividerle, in modo che si facciano più nitide e si eviti che offuschino il nostro cammino in reparto. La con-presenza ci permetterà di utilizzare al meglio le risorse, uno sguardo più interno, che colga il calore nelle relazioni con gli altri operatori, e uno più esterno che possa meglio osservare la coreografia che si crea in questo movimento tra dentro e fuori, nell’incontro costante tra sé e l’altro, in quel luogo in cui è così difficile stare, quel luogo in cui nulla si fa e proprio per questo qualcosa accade. 

Giomaria Peddio





Contesti di cura. Il contributo dell’approccio sistemico relazionale




Prendono questa forma le riflessioni che scaturiscono dall’incontro, o meglio, dagli incontri di questi mesi. Molto fitta e complessa la rete di incontri intorno al tema della salute e della malattia.
Gli incontri hanno sempre una forma soggettiva, oltreché inter-soggettiva.
L’incontro che la persona fa con sé stessa, con il proprio Sé corporeo durante la malattia è anche l’incontro che il medico fa con sé stesso nella relazione con il paziente. E, ancora, i riavvicinamenti che avvengono nelle nostre relazioni con le famiglie, con i colleghi, con le istituzioni sono portatori di questa stessa doppia natura: soggettiva e inter-soggettiva.
 È in questa rete così complessa e preziosa che la psicologia sistemico relazionale incontra la psiconcologia. Un punto di osservazione  sul funzionamento dei sistemi viventi che ha nella sua pratica clinica l’obiettivo di accompagnare chi, con coraggio e non senza fatica, tenta di sciogliere i nodi che si formano quando l’esperienza relazionale non trova sintonia con quella soggettiva.
In questa sezione tenteremo di offrire spunti di riflessione e condivisione dei vissuti e delle emozioni che prendono forma nell’incontro tra la mente e  il corpo, tra la teoria e la pratica, focalizzando la nostra lente sui contesti di cura visti con gli occhi dello psicologo sistemico relazionale.


Giomaria Peddio 




Fermarsi per vedere dove si sta andando, per ricordarci chi siamo in questo viaggio che continuamente ci fa cambiare, come in una danza in cui ogni passo ci avvicina o ci allontana dalle nostre parti più essenziali.

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