È nell’incontro con l’altro che
prende forma l’esperienza. In questo spazio così complesso, che comprende
svariati linguaggi, si costruiscono i significati e si condividono i vissuti.
Ma cosa succede quando si comunica con linguaggi diversi, quando le
appartenenze sociali, famigliari, istituzionali, culturali e storiche si
intersecano? Citando Gregory Bateson, padre del pensiero sistemico, possiamo
dire che, cosi come “Il fiume modella le
sponde e le sponde guidano il fiume”, noi stessi siamo allo stesso tempo frutto
e radice dell’ambiente che ci vede in relazione. È in questo luogo di
complessità che la psicologia Sistemico Relazionale trova terreno fertile su
cui posare le sue lenti, per una osservazione che non è di certo neutra
rispetto ai sistemi che osserva. È su questi presupposti che nasce l’esperienza
delle “soste”, frutto della collaborazione tra l’A.I.L. di Nuoro e la IEFCOSTRE
di Cagliari, Scuola di Formazione in Psicoterapia Sistemico Relazionale. Nell’incontro
tra la Psiconcologia e la Psicologia Sistemico Relazionale, abbiamo tratto gli
spunti teorici per l’organizzazione e la metodologia degli incontri d’equipe. Di
seguito una descrizione schematica della struttura e funzione degli incontri:
Tempi e frequenza degli incontri:
Un
incontro ogni ultimo martedì del mese, della durata di un’ora.
Modalità di iscrizione:
Per
partecipare agli incontri si è chiesto agli operatori di compilare il modulo di
iscrizione e inserirlo nell’apposito raccoglitore entro il giorno precedente
all’incontro e a partire dalla data di affissione dell’avviso.
Num. Partecipanti:
Max
6 -8 partecipanti
Modalità di conduzione:
Co-Presenza
di n.1 psicologa del reparto e n.1 psicologo della scuola di formazione in
Psicoterapia Sistemico Relazionale. La psicologa conduce l’incontro, modera gli
interventi e chiarisce le regole. Lo psicologo esterno osserva gli scambi e nella
chiusura dell’incontro restituisce in forma narrativa la trama dell’incontro.
Fasi dell’incontro:
1. Ognuno dei partecipanti può proporre un caso o un argomento
da trattare
2. Si procede con il racconto del caso da parte di un
operatore e si chiede ai partecipanti di segnare su un foglio quella che si
considera essere la parola chiave
3. Ognuno nel gruppo è chiamato a riferire il racconto attraverso
la parola chiave individuata e a
ipotizzare quale sia la motivazione, la domanda o la richiesta che il collega
fa attraverso l’esposizione del caso
4. La persona che ha prima raccontato il caso e, poi,
ascoltato i commenti, dirà come si è sentita durante l’ascolto e da che cosa è
rimasta maggiormente colpita.
5. Lo psicologo restituisce ai partecipanti il filo dell’incontro
attraverso la restituzione orientata alle ridondanze che regolano la relazione
nel qui e ora del gruppo.
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